Nelle scorse ore il Parlamento europeo, in una votazione sulla nuova legge sul clima, ha sostenuto l’aumento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 60 per cento a livello comunitario per il 2030. Il Parlamento ha respinto la proposta della Commissione europea di affidarsi a pozzi di assorbimento del carbonio (i cosiddetti carbon sink), come ad esempio le foreste, per compensare le emissioni e raggiungere in maniera artificiale l’obiettivo climatico del 2030. I restanti emendamenti sulla legge sul clima saranno votati questo pomeriggio, con una votazione finale che si svolgerà questa sera.

L’obiettivo di riduzione delle emissioni sostenuto dal Parlamento europeo porterebbe l’Ue più vicina al raggiungimento dell’obiettivo dell’accordo di Parigi sul clima, ossia limitare l’aumento medio della temperatura globale entro 1,5°C. Per aumentare le possibilità di raggiungere questo obiettivo e limitare i peggiori effetti della crisi climatica, Greenpeace chiede un taglio minimo del 65 per cento delle emissioni dell’UE entro il 2030.

«Il Parlamento europeo ha chiarito di essere l’attore più forte e ambizioso in campo comunitario», dichiara Sebastian Mang, policy advisor di Greenpeace EU. «Il problema è che la maggior parte dei governi nazionali e la Commissione europea giocano al ribasso, non dando ascolto alla scienza del clima. Un taglio del 60 per cento delle emissioni entro il 2030, obiettivo che molti europarlamentari hanno messo sul tavolo oggi, è un passo avanti ma comunque ancora non sufficiente per evitare le conseguenze peggiori della crisi climatica. I governi europei sono ora chiamati a fare un passo avanti. Milioni di cittadini dell’Unione europea continueranno a sfidarli, chiedendo di fare ciò che la scienza richiede per proteggere il loro futuro».

Il Parlamento europeo ha anche dato il suo sostegno a:

– rendere vincolante per tutti gli Stati Membri l’obiettivo generale di neutralità climatica per l’Ue al 2050;

– richiedere alla Commissione europea di presentare una proposta per un obiettivo climatico al 2040;

– creare un consiglio europeo di scienziati sul cambiamento climatico, che abbia il compito di esaminare le politiche climatiche dell’Ue, compresi gli obiettivi di riduzione delle emissioni;

– chiedere alla Commissione di presentare entro dicembre 2021 un bilancio del carbonio (cosiddetto “carbon budget”) per l’Ue, ossia un documento che chiarisca quanti gas serra può ancora emettere l’Ue per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.

I ministri dell’Ambiente Ue si riuniranno il 23 ottobre per cercare di concordare una posizione comune sulla legge comunitaria sul clima, al fine di avviare i negoziati finali con il Parlamento europeo. Il successo dei colloqui e il livello dell’obiettivo del 2030 dovrebbero essere strettamente legati alle discussioni parallele sull’accesso ai fondi per la ripartenza legati alla pandemia di Covid-19.