Greenpeace commenta la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale approvata dal Consiglio dei ministri per il disastro avvenuto esattamente cinque anni fa nel Golfo di Follonica.

“Ci voleva la nostra denuncia per far smuovere le acque. Ora si proceda nel più breve tempo possibile a recuperare tutte le balle di plastica già localizzate e a rintracciare tutte le altre” dichiara Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace.

“La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale dev’essere solo il primo passo per risolvere una questione vergognosa. Servono regole più rigide affinché casi come questi non si verifichino più nel nostro mare e, in particolare, in un’area protetta quale il Santuario dei Cetacei”.

Greenpeace, impegnata nella spedizione “Difendiamo il mare” nel mar Tirreno centro settentrionale, ha effettuato in questi giorni prelievi d’acqua, pesci e sedimenti insieme ai ricercatori del CNR Ias e dell’Università politecnica delle Marche, che la analizzeranno per verificare la presenza di microplastiche. E’ fondamentale recuperare quanto prima queste tonnellate di plastica  che giacciono in fondo al mare prima che si disgreghino, amplificando un fenomeno già allarmante.